Da molti anni ormai il primo elemento che determina un’alta o bassa valutazione di un orologio vintage è lo stato e l’originalità del quadrante. Addirittura, è frequentissimo, per esemplari con quadrante ristampato, parlare solo di valore dell’orologio come parti di ricambio, vendendo separatamente movimento e cassa. Ma un collezionista serio o chi volesse investire, quell’orologio non lo comprerebbe mai, indipendentemente dal prezzo.
Alla base di tutto, quindi, laddove si volesse comprare un vintage, c’è il saper riconosce i quadranti originali da quelli ristampati. La materia è infinita e in alcuni casi richiede studi e conoscenze acquisite dopo anni di esperienza, ma alcune regole possono comunque essere ritenute sempre valide e utili per far drizzare le orecchie a chi si avvicina a questo mondo per le prime volte.
Partendo da un modello ben conosciuto di cui si conosce la referenza, la prima regola è cercare sul web altri modelli simili e cominciare ad affiancare le foto di quello che vorremmo comprare, con gli altri scaricati sul computer. Parlo di computer e non di cellulare perché sarebbe utile poter valutare le due foto affiancate a schermo pieno.
Le prime cose da vedere sono le simmetrie delle tacche dei minuti a destra e sinistra degli indici, laddove a conio o applicati (e non stampati a loro volta).
Nei quadranti ristampati spesso le tacche non sono sempre perfettamente equidistanti, ma ne vedremo alcune più vicina all’indice, con quella dall’altra parte dello stesso invece più lontana. Altro elemento da tenere sott’occhio è la grafica, i font utilizzati, per il marchio. I marchi sembrano tutti uguali, ma quasi sempre negli anni hanno subito leggere modifiche nello stile, nelle dimensioni e nella tipologia di font utilizzati. È però utile paragonare orologi dello stesso modello e dello stesso periodo storico (con seriali di poco differenti), perché anche a parità di referenza, magari un esemplare di 10 anni dopo è corretto che abbia un logo leggermente differente.
Comments (0)